Galatea e Sara on the road

Quel salto a capofitto nel Gand Canyon, l’auto lanciata nel vuoto dopo un week end di evasioni fallite da Thelma e Luise, interpreti del primo e più famoso road movie al femminile, dopo trent’anni di discussioni pro e contro un certo modo di sognare la libertà , rimbalza verso futuro con una nuova partenza.

Angela di Mimma immagina che le due amiche in fuga , non si siano sfracellate nella loro folle corsa verso il Messico ma “miracolosamente” salve (anche nella più realistica delle metafore si sa la verosimiglianza è l’utima cosa che cosa che conta) abbiano tentato di ricominciare: mettendo ovviamente a bilancio, sul conto delle vite precedenti di cameriera in un fast food e di casalinga disperata, anche l’esperienza dei chilometri di evasione macinati tera stupri, passioni avventate, rapine, inseguimenti, riassunte in immagini del film di Ridley Scott.

Per rispondere alla domanda che attanaglia lo spettatore dopo un terzo di secolo – oggi è davvero possibile seguire le traiettorie di un finale diverso? – Consuelo Barilari  in questo “sequel” prodotto da “Schegge di Mediterraneo” per il Festival dell’Eccellenzalfemminile, che ha debuttato in prima nazionale al Duse di Genova il 13 dicembre, può contare su due attrici che non hanno niente da invidiare  a Susan Sarandon e Gena Davis, se non la cassa di risonanza e i mezzi i mezzi planetari di Hollywood : Sara Bertelà e Galatea Ranzi.

D’altra parte alle prime le accomuna una carriera giocata tra cinema e teatro (oltre che grandi fiction televisive)  e, ci sentiamo di dirlo senza partigianeria, anche di un  rodaggio più profondo con i classici,  in una vita e in una passione teatrale che si avverte soprattutto nella tragica concretezza di Louise devastata nel fisico e nella mente dopo lo stupro e nel sottotesto che l’interpretazione di Thelma  lascia intuire inscenando la sua nuova vendetta : come tenutaria di un bordello con uomini  vendita.

Dopo una serie di esperienze stanziali le due decidono comunque di ripartire con diverse consapevolezze nel tentativo eternamente irrisolto di trovare non assoluzioni ma soluzioni.

La regia di Consuelo Barilari preme e rallenta nei punti giusti l’acceleratore per amalgamare un’ intensa performance dal vivo, con musiche e wiewpoints  di  Yassi Yoanmir

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