TeatroDUE Parma 26 ottobre 2024 MALDONNE coreografia Leila KA interpreti Leila KA, Jane Fournier-Dumet, Jennifer Dubreuil Houthemann, Zhoè Lakhnati, Jade Logmo assistente alla coreografia Jane Fournier-Dumet creazione luci Laurent Fallot regia luci Clara Coll Bigot regia del suono Rodrig De Sa produzione CENTQUATRE-PARIS, Cie Leila Ka sostegno Le Quatrain-Centre Henri Queffelec mecenate Caisse des Depots aiuto alle residenze Fondation Royaumont/Fondation d’entreprise Hermès
Sulla scia dello spazio dedicato alle grandi interpreti, che ha visto lasciare un segno indelebile nella precedente stagione, la acclamata ed acclarata coreografa franco spagnola Maguy Marin, il Teatro DUE di Parma presenta il progetto di Leila Ka dal titolo Maldonne, giovane interprete allieva della Marin, colei che tra i pochi, per una stagione ha avuto il privilegio di danzare nel celeberrimo spettacolo May B. La giovane coreografa Ka, prende a pretesto il significato del termine francese maldonne, un’espressione adottata nel gioco delle carte per indicare l’errore nello smistare e consegnare le carte da gioco. Un equivoco che punta a favore per tessere la scrittura coreografica fatta di quadri e provocazioni in divenire, volto a svilupparsi sul piano prospettico in proscenio, mettendo in luce le cinque personalità delle danzatrici, compresa quella della coreografa, per poi calarsi sulle diagonali degli opposti riempiendo lo spazio e creando anche l’opportunità di interagire con il pubblico.
Un compito ben eseguito, ma con tanti déjà vu, ganci sospesi nell’aria, accenni di nudità, rivestirsi dei panni altrui strizzando l’occhio a Mambouch. Dinamiche e suadenti, le danzatrici percorrono lo spazio tempo dell’azione, con repentini cambi di abiti, spesso sovrapposti ed indossati, per regalare agli spettatori tableau vivant di anime e corpi femminili danzanti, sulle note di Cohen, Fabian, Shostakovich. Sono donne, che amano, che soffrono, che gioiscono, che generano, nel cammino dell’esistenza, che evocano con pochi gesti delicati le madonne del ‘300, come le donne più lascive di bordelli di ogni epoca, oggi tramutati in festini bon ton, complice la preparazione atletica delle interpreti con cui eseguono i movimenti curati e all’unisono, cambiando ripetutamente lo stato d’animo femminile anche al ritmo di un respiro forzato creato dagli stati d’ansia, arricchendo d’ingredienti il costrutto per definirne la trama. Leila Ka, approda con Maldonne, al suo primo lavoro coreografico corale, dopo, essersi messa in luce, con la trilogia di Pode Ser nel 2018, C’est toi que on adore nel 2020 e Se faire la belle nel 2022, affermandosi e ritagliandosi uno spazio nel panorama della danza contemporanea francese e fuori dai confini, capace di conquistare per la sua spontaneità e trasparenza d’intenti, per cui piace e incontra consensi, a cui si auspica si aggiunga una cifra stilistica in divenire volta ad innovare ulteriormente il proprio vocabolario, anche con guizzi di hip hop reinventato, base di formazione della stessa brava e giovane coreografa Ka.