Da più di quarant’anni protagonista della scena nazionale, anche se sempre a rigorosa
distanza dalle luci della ribalta, forse per riservatezza tipicamente piemontese, Gabriele Vacis ha contribuito a disegnare la fisionomia del teatro italiano contemporaneo. Con Laboratorio Teatro Settimo, fondato con un gruppo di amici, complici nel 1982, conia un originale linguaggio in cui convivono il nascente teatro di narrazione, una cifra visiva tanto apparentemente semplice quanto emotivamente coinvolgente, e un dichiarato impegno “politico”, nutrito dalla granitica convinzione che il teatro debba essere frutto di consistente necessità, umana, etica e sociale. Un’idea costantemente alla base del percorso compiuto da Vacis anche dopo la fine dell’esperienza di Laboratorio Teatro Settimo: anni in cui all’attività di regista, si affianca quella di pedagogo, non solo con l’insegnamento alla Scuola Paolo Grassi o all’Università Cattolica ma anche con l’elaborazione e la pratica della cosiddetta “schiera”, debitrice della lezione di Grotowski e fondata sulla necessità della consapevolezza di sé e dell’ascolto da parte degli attori. Una vocazione pedagogica che di recente ha favorito la nascita della compagnia PEM – Potenziali Evocati Multimediali, fondata dagli attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino alla fine del suo triennio di direzione: un virtuoso passaggio di consegne, in cui il regista ha messo a disposizione una generosa volontà di trasmissione di saperi ed esperienze, unita a un’attitudine al dialogo e a un fertile confronto intergenerazionale quanto mai raro in questo Paese.
GIULIO BAFFI