Rassicurante e insicuro, timido e in possesso nello stesso tempo di una tenacia determinata e feroce, ostinata nel raggiungimento di quell’obiettivo che sta tutto in quell’equilibrio scenico perfetto, in quell’incontro “fatale” fra la persona che muta nel corso degli anni e i tanti personaggi interpretati, molti dei quali proposti da registi di cinema famosi, importanti, altri, invece, cercati, voluti, desiderati come un appuntamento professionale irrinunciabile, come se gli fossero sempre appartenuti e aspettassero soltanto il momento giusto per avverarsi. Ma in entrambi i casi, Silvio Orlando ha sempre donato loro il tocco magico di una sapienza attorale maturata prima nella vita e poi trasferita sulle tavole di un palcoscenico o sotto le luci lampeggianti di un set cinematografico con quella semplicità che a teatro si chiama immediatezza, e naturalezza, ma possiamo anche dire sensibilità, che caratterizza le sue tante realistiche e immaginifiche interpretazioni che ci piace meglio chiamare presenze vive e sincere, normali, che ci riguardano talmente da vicino da farcele assaporare e anche appartenere a noi spettatori in un coinvolgimento che non è convenzionale complicità o scontata condivisione, bensì la conquista di un comune sentire. Insomma, dagli spettacoli che lo vedono raffinato e umanissimo interprete se ne esce in ogni modo migliori. Silvio Orlando è un attore musicale, una partitura vivente fatta di accensioni improvvise e di insistite sottrazioni: non ama le sonorità eccessive né l’enfasi retorica, è timbrico e poco tonale, l’esatto opposto del “mattatore all’italiana”, discreto e ironico come solo i veri maestri della scena sanno esserlo, fa del suo sommesso e incantevole stupore una straordinaria chiave di lettura del suo essere attore: indimenticabile Momo nel tutto suo “La vita davanti a sé”, e in “Si nota all’imbrunire” di Lucia Calamaro, dove non per caso, ha dato il suo nome (o viceversa) al protagonista di una commedia dolce e amara che sconfina nella vita vera. Non un Premio alla carriera, perché ne ha ancora tanta davanti a sé, ma nel prestigioso nome di un critico che amava gli attori l’augurio di continuare a regalarci personaggi ricchi della loro verità e della sua saggezza e lunga esperienza di interprete.
Napoli, 14 novembre 2022
Il presidente ANCT
Giulio Baffi