Il presente volume vuol essere un percorso filosofico-teatrale, finalizzato alla definizione sistematica di un fenomeno poetico che trae la sua origine dal rapporto tra l’uomo e la marionetta. Voce e corpo dell’attore appaiono strettamente connessi, nella riproduzione di pratiche artistiche ibridate, con il corpo e la voce del “pupo”; ed è a partire da tale fenomeno di ibridazione che si intende approfondire su quanto accade nella meccanica teatrale, avvalendosi del supporto degli studi filosofici di Florinda Cambria, Jean-Luc Nancy e Carlo Sini. Un excursus biografico precede lo studio qui presentato, supportato dall’analisi di alcuni tra i lavori più rappresentativi di Mimmo Cuticchio, in particolare un Macbeth per pupi e cunto. Il lavoro si completa di testimonianze, interviste, immagini e di un diario stilato durante l’esperienza di dramaturg con la compagnia Figli d’Arte Cuticchio nel 2015.