In cerca dell’autorevolezza perduta. Il caso Georgia

Il mio intervento concerne due importanti aspetti della critica di teatro georgiana: il ruolo contemporaneo della critica e il problema che sta dietro le cause della perdita dell’autorità della critica professionale.

Fuori dalla cornice di sviluppo della storia del teatro, lo studioso di teatro e il critico di teatro avevano svariate funzioni in base alle esigenze di un particolare periodo di tempo. C’è stato un periodo (comunque non molto tempo fa) in cui la funzione del critico era solo quella di descrivere la performance e trascrivere certi episodi della performance su carta, in modo che le generazioni future sapessero che cos’era la produzione e com’era realizzata. Questa funzione, già persa della critica, ha continuato ad esistere per inerzia per più di un secolo e le sue reminiscenze possono essere ancora ritrovate nelle riviste moderne.

Dalla metà del diciannovesimo secolo, e per circa un secolo, la preoccupazione principale della critica georgiana era la descrizione di certi episodi della produzione per poter trasferire alle generazioni successive le informazioni su questa o quella produzione particolare. Oltre a questa funzione, la critica di teatro provò ad esprimere la sua opinione sull’ artisticità e il contenuto della produzione (in particolare durante il periodo sovietico).

Partendo dall’inizio del ventesimo secolo, svariate riviste hanno pubblicato scritti di critici professionisti ma anche opinioni di normali giornalisti su produzioni, direttori, eventi teatrali importanti o processi teatrali in generale. È importante dire che c’erano due linee principali nella critica teatrale parallele tra di loro: una nella forma della direzione analitica e professionale e l’altra nella forma di un articolo (stampa). Gli autori degli articoli analitici e professionali (con articolo critico intendo l’analisi e non una recensione negativa della produzione) erano scrittori georgiani famosi e figure sociali come Chavchavadze, Akaki Tsereteli, Vaja Pshavela, Aleksandre Kazbegi, Niko Nikoladze e altri. I processi teatrali erano analizzati da una prospettiva di stampa da quasi ogni rivista di ogni tipo e stile pubblicato in Georgia. Non solo critica professionale ma valutazioni di stampa contribuivano largamente alla formazione dell’opinione pubblica su questa o quella produzione. Nonostante questo, i processi teatrali erano influenzati solo da opinioni e valutazioni di critici professionisti. Dietro c’erano due fattori: la critica professionale aveva dato l’opportunità di un’analisi più profonda, sostanziale, analitica e il fatto che gli autori erano figure influenti e di spicco, determinò una buona influenza dell’opinione pubblica.

Nel ventesimo secolo, durante il periodo sovietico, il ruolo del professionista così come quello della critica da quotidiano è aumentato drasticamente. Sono emerse svariate riviste professionali. I processi teatrali sono stati analizzati dalla nuova generazione. Si potrebbe dire, che gli studiosi di teatro professionisti hanno lavorato come giornalisti nei dipartimenti di cultura e nelle case editrici delle riviste. Hanno scritto recensioni per quotidiani, che erano equiparabili a recensioni scritte da studiosi di teatro per riviste specificamente designate alla cultura. Anche di più, alcune delle recensioni da quotidiano eccedevano largamente le recensioni di riviste di studiosi di teatro, da un punto di vista critico e analitico.

Oggi la situazione è diversa. Non c’è quasi nessun critico professionista. Il compito è completamente nelle mani dei giornalisti, adesso. Sebbene allo stesso tempo, ma più raramente, gli articoli dei critici professionisti appaiano nella stampa, è chiaramente difficile incontrarne molti e in stampa differenziata.

A causa di tale inerzia la critica teatrale professionale attraversa si sviluppa lentamente, ed è ad un punto di partenza nel processo di ricerca di nuove forme. Con il rapido sviluppo tecnologico la funzione tradizionale della critica di teatro ha vissuto un cambiamento radicale. Ha una nuova funzione, molto più importante, quella di una dettagliata descrizione delle produzioni e un’analisi artistica delle messe in scena particolari.

Ci sono diversi modi di “registrare” una produzione. Per quanto sia impossibile per l’occhio umano, così come per la macchina da presa registrare ogni dettaglio di una produzione nella sua totalità, in un unica volta,  la funzione contemporanea della critica teatrale ha perso la qualità di narrazione breve o lunga di una produzione o di una descrizione-registrazione delle sue scene. Ciò nonostante spesso troviamo ancora simili recensioni in periodici professionali o regolari, dove il critico descrive solo un’idea e diverse scene di una produzione.

Alla fine del ventesimo e inizio del ventunesimo secolo la critica teatrale georgiana con la sua ricca tradizione ha perso la sua influenza su un vasto pubblico e la fiducia tra le persone di teatro. La critica si è infilata in un vicolo cieco.

Oggi la critica georgiana di teatro contemporaneo è in crisi (con ciò non intendo la ricerca sulla storia e sulla teoria del teatro), così come il teatro georgiano in generale. Tutto ciò ha in sé una motivazione oggettiva. Nel 1990 i processi politici si riflettevano direttamente sull’economia, sullo stato sociale e sulla sfera culturale. Il teatro georgiano, liberato dalla censura, ha perso il suo pensare metaforico e si è fatto largo un irreversibile processo di crisi. Le difficoltà economiche, l’atmosfera sociale hanno causato crisi nella critica. Le recensioni professionali erano praticamente scomparse dalla stampa. Viceversa, la critica si è trovata nelle mani di giornalisti amatoriali. Persone comuni hanno iniziato e continuano a scrivere di teatro. Con questo mi riferisco ad autori che scrivono di teatro così come di politica ed economia. Per gli spettatori comuni sono divenuti i soli esperti in materia (ad esempio quotidiani come “Qronika”, “Alia”, “Asaval-Dasavali”). Questo processo incontrollato ha danneggiato largamente il ruolo e l’autorevolezza della critica professionale, sia agli occhi dei lettori, che delle persone di teatro.

L’autorevolezza della critica è stata inoltre danneggiata dai seguenti fattori:

  1. All’inizio del ventesimo secolo i professionisti di questo settore smisero di scrivere per le riviste a causa di fattori sociali. Le riviste specializzate scomparvero. I quotidiani ebbero meno interesse nella pubblicazione di recensioni professionali, anche da un punto di vista commerciale. Non c’erano risorse per la retribuire gli autori.
  2. I critici professionisti sono stati costretti a ripiegare su altri campi. La maggior parte di essi trovò rifugio in emittenti radiofoniche per guadagnarsi da vivere.
  3. I critici professionisti persero il loro entusiasmo e la motivazione.
  4. Non c’è rivista professionale che riesce a rispondere tempestivamente ad una “prima” su questo o quell’evento teatrale.
  5. Non c’è rivista, che possa fungere da guida per lo spettatore e allo stesso tempo che sia in grado di dare raccomandazioni alle persone di teatro.
  6. Ad oggi non c’è rivista che retribuisce gli autori (o se c’è un fondo per le retribuzioni è piuttosto basso) che possa ritagliare svariate delle sue pagine per la critica professionale (se non si tiene in considerazione la rivista “Tskheli Shokoladi”, che raramente ma ancora pubblica articoli sul teatro, sebbene non contenga recensioni sul teatro georgiano contemporaneo) e dove un’ analisi di un critico professionista possa essere pubblicata.

Il quotidiano “Kultura” ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo della critica professionale, alla ricerca di nuove forme e linguaggi. Il quotidiano pubblicava principalmente articoli di giovani studiosi di teatro, aveva un fondo per le retribuzioni, che accrebbe la motivazione di giovani critici nel settore e diede l’opportunità di ulteriori esperimenti.

Quotidiani come “24 Hours” e “Rezonansi” hanno contribuito largamente alla critica professionale, dove ai critici professionisti veniva data un’opportunità di pubblicare le loro recensioni, benché questo processo non avesse carattere di sistematicità. Sfortunatamente oggi queste testate hanno iniziato a lavorare con un format diverso. Il quotidiano “24 Hours” è uscito con una sezione “News”, che non dà la possibilità di un’analisi professionale non solo per i reporters ma anche per gli autori invitati. Per quanto riguarda il quotidiano “Rezonansi” il numero di articoli critici è diminuito drammaticamente a spese degli articoli designati per le varie sezioni del quotidiano.

La critica di teatro contemporaneo ha perso le motivazioni, virtualmente chiunque è un esperto di teatro, chiunque sia in connessione col teatro, tranne il critico.

Al momento è stato impossibile superare lo schema di analisi dello spettacolo creato durante il periodo sovietico, dove la recensione è costruita intorno ad un medesimo piano, invariato: prefazione sul dramma, periodo di tempo nel quale il drammaturgo ha lavorato nella direzione, nell’analisi dei personaggi, la scenografia, la musica, la coreografia fino ad una conclusione classica, di routine.

Lo stile della critica di teatro contemporaneo è didattico e accademico allo stesso tempo. Non c’è uno stile informale, se non si prendono in considerazione diversi esempi che seguono la forma di certi articoli di quotidiano.

Oggi la critica di teatro contemporaneo ha acquisito nuove funzioni: nell’analizzare una certa performance è importante determinare la sua collocazione nel lavoro registico, così come nella cornice dei processi teatrali nazionali e internazionali. È impossibile fare un’analisi di una performance da un singolo punto di vista.

Per la critica teatrale è consigliabile rendersi diretta e amichevole, senza avere una svolta didattica, divenendo la migliore consigliera per direttori e per l’intero staff artistico.

Forma e stile di una recensione professionale di teatro hanno bisogno di un aggiornamento immediato. Dovrebbe essere un’opera breve, brillante, mobile e vitale che determina lo spazio e l’importanza di questa o quella performance nell’ambito del teatro, dando un giudizio sostanziale dell’idea del regista e del livello della performance da parte degli attori. L’analisi dovrebbe essere in grado d’individuare le principali virtù e i difetti di una performance.

È consigliabile che la recensione teatrale sia chiara, comprensibile a tutti qualsiasi sia la testata che la pubblica.

È consigliabile che un critico teatrale moderno non sia distante dal teatro, ma in costante connessione con lo stesso e di più, per essere impegnato nel suo progresso generale.

Bisogna dire che i reporters di teatro si sono tenuti al passo con le moderne esigenze della critica più dei critici professionisti.

È consigliabile per la critica contemporanea avere due tipi di lettori e fruitori:

  1. Uno spettatore abituale interessato all’opinione, spiegazione e raccomandazione del critico su questo o quel regista, performance, teatro e processo teatrale in generale.
  2. I professionisti del teatro (critici, registi, attori) e tutti quei professionisti connessi con la preparazione della performance e del suo confezionamento.

Negli ultimi due anni la critica di teatro ha cerca di riguadagnarsi la sua reputazione. La nuova generazione cerca di trovare nuovi mezzi di espressione e nuove forme, nuovi criteri di valutazione.

Dovremmo, infine, ricordare che il critico è colui che dovrebbe sempre cercare di rimanere obiettivo, cercando di aiutare gli spettatori a distinguere tra produzioni altamente artistiche e di livello basso. Il critico dovrebbe essere la guida giusta nel mondo del teatro.

Lasha Chkhartishvili *

Traduzione di Eleonora Felisatti

* Lasha Chkhartishvili è Dottorando in Ricerca dell’Identità presso l’Università Statale di Ilia. Ha lavorato per diversi periodici, è uno dei fondatori del Centro di Ricerca sul Teatro Georgiano.

Il presente articolo è tratto dalla rivista Teatri delle diversità, n.62, pagg.33-36. Si ringraziano autore ed editore per la gentile concessione alla pubblicazione.

L’immagine è tratta dal blog http://lashachkhartishvili.blogspot.it 

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