Struggente, lo Stabat Mater della Compagnia ARTEMIS di Monica Casadei

Il Teatro Rossini di Pesaro, è stato luogo e cornice della nuova creazione in Prima assoluta, di Stabat Mater di Monica Casadei per la Compagnia Artemis Danza da lei fondata nel lontano 1994, qui con la partecipazione dell’artista Giuliano Del Sorbo, già partner in un precedente progetto della coreografa, Il Barbiere di Siviglia, opera buffa di Gioacchino Rossini, nel debutto del 2018, anche allora in collaborazione con AMAT e il Comune di Pesaro.Dal 2005 Casadei, si dedica alla realizzazione del progetto AICA, Artemis incontra Culture Altre, in residenze artistiche e tournée della Compagnia all’estero toccando gli Stati , del Sud America, Africa, Russia, Asia, Giappone, America, da Oriente ad Occidente, per interagire con le tradizioni ed intercettare il vocabolario artistico e culturale con cui dialogare in danza. StabatMater rientra in un percorso di ricerca che Monica Casadei coltiva legato alla grande tradizione lirica dell’Opera, che ha visto portare in scena gli autori, Verdi, Puccini, Donizetti e ivi Rossini, spesso con il fil rouge sul tema della donna, esplorando anche l’opera cinematografica di Federico Fellini. Il nuovo progetto coreografico struggente ed intimo della Casadei, mette in scena gli eccellenti elementi della Compagnia Artemis, quindici danzatori oltre a quattro inserimenti, per dare corpo all’intensità emotiva  del dolore materno nella perdita del figlio. E’ dall’incontro artistico che coglie le basi per un’osmosi di comunicazione trasversale. Nel periodo del tardo medio Evo, si palesa lo StabatMater, che è una delle tre comuni rappresentazioni artistiche dei dolori della Vergine Maria, assieme alla Mater Dolorosa ed alla Pietà. Nello Stabat Mater, nell’arte pittorica, è rappresentata nel ruolo di attore e spettatore nella scena, un emblema mistico di fede nel Salvatore crocefisso. Sono queste le indicazioni su cui si sviluppa la trama coreografica della Casadei, fin dal suo inizio di spettacolo, con un afflato nella penombra di un risveglio, in proscenio, la mano dell’artista Del Sorbo, da’ luogo ad un live painting, nel crescendo di luci ambrate dai tagli prospettici, si materializza al tocco di pennellate una pala d’altare pittorica, poi appesa come sul fondo di un presbiterio simbolico. Il lavoro fisico, e non da “cavalletto” sui cui porre la tela, di Del Sorbo, è come lui stesso racconta, movimento del corpo che diventa segno. Come diremmo con il linguaggio Laban, l’impulso, effort shapeha un’origine profonda da cui parte il moto per tradurre in azione il pensiero creativo. Del Sorbo di spalle materializza in condizionidi trance, con tratto materico scultoreo, le posizioni marmoree in cui i danzatori poi nello spazio ripropongono soffiando la vita nel racconto struggente della morte, quale oggetto simbolico sul tema della perdita. Per la Casadei è stato un percorso e un processo terapeutico immergersi nella musica di Rossini, catartico, ritrovando quei silenzi di esplorazione e ispirazione che i luoghi sacri come le chiese portano, nell’atto contemplativo. Una coralità di emozioni che ben interpretano i danzatori in scena, nell’affrontare a ritmo incalzante il pathos del dolore, quanto la contrazione muscolare nella lentezza estatica dei corpi.

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