“Carmen” e “Il Lago dei cigni” sono simboli di resistenza femminile contro oppressioni e sottomissioni. Vanno in scena il 23 novembre al Teatro Agnelli di Torino nella serata di danza dal titolo “V(i)olare”, che vede sul palcoscenico la compagnia junior Eko Dance Project fondata da Pompea Santoro, la grande star del Cullberg Ballet.
Sua è la direzione artistica del progetto che, in un gioco di parole unisce il significato di violenza al desiderio di liberazione. “V(i)olare” è uno spettacolo che intreccia danza e denuncia sociale, affrontando il delicato tema della violenza attraverso due creazioni coreografiche. Due storie ispirate a celebri classici: due donne libere e ribelli: Carmen, una donna indipendente che rifiuta i ruoli tradizionali rivendicando il diritto di scegliere i propri amori e la propria vita, e il cigno del Lago che rappresenta una voce fuori dal coro, una voce che impone una visione diversa delle cose.
Eko Dance Project, giovane compagnia formata da dieci danzatori selezionati fra gli studenti dell’omonima Accademia torinese diretta dall’artista, si esibisce in due composizioni che raccontano la lotta per l’autodeterminazione e invitano il pubblico a una riflessione emotiva e intensa: “Carmen sweet”, coreografia di Paolo Mohovich, e la “Riva dei cigni”, coreografia di Francesca Frassinelli.
Nella prima si parte da Don José, che ripercorre gli eventi che lo hanno condotto alla sua stessa morte. Nella sua mente si mescolano due immagini femminili, Carmen e Micaela. Carmen è la donna guerriera, Micaela invece è docile e rassicurante, quella che luidovrebbe scegliere, secondo le norme sociali dell’epoca.
Nella seconda parte è l’acqua a fare da protagonista. Porta sul palco esseri ibridi, mezzi uomini e mezzi animali, che danzano in un vortice di becchi e ali. Tra loro, una creatura ribelle cerca di fuggire dallo stormo. Come nel tradizionale “Lago dei cigni” è stata imprigionata da un uomo che l’ha privata per sempre della sua libertà. Nonostante l’incantesimo, dentro di lei arde ancora il desiderio di ribellione mentre continua a lottare per la propria identità, soffocata ma non del tutto sconfitta.
Lo spettacolo è inserito nel progetto didattico “Muoviamo la danza”, iniziativa che punta a coinvolgere le scuole di danza del territorio su tematiche di rivisitazione attuale dei classici.
Nata nel 2012 su iniziativa di Pompea Santoro, ex danzatrice del grande coreografo svedese Mats Ek, EkoDance Project è stato riconosciuto dal 2019 dalla Regione Piemonte e dal 2022 dal Ministero della Cultura Italiana come istituto di eccellenza.
Santoro, guidata dal desiderio di preservare l’eredità artistica di Mats Ek e della madre Birgit Cullberg, pioniera della danza contemporanea, unisce nel progetto di alta formazione e spettacolo la tradizione del balletto classico al respiro contemporaneo.
La compagnia è composta da dieci danzatori erappresenta il punto culminante del percorso formativo, offrendo agli allievi l’esperienza scenica e preparandoli per audizioni in compagnie nazionali e internazionali.
Pompea è stata una danzatrice d’eccezione. Entrata a far parte della compagnia svedese, dal 1980 è diretta da Mats Ek (figlio della stessa Cullberg) con cui Pompea ha lavorato ininterrottamente per 25 anni, oltre ad aver interpretato molti ruoli principali nelle coreografie di Birgit Cullberg (tra cui Clara in “La Signorina Giulia”affiancata da Rudolf Nureyev), ha danzato in tutti i balletti di Mats Ek creati dal 1978 al 1998.
Tra i ruoli principali più importanti: Giselle, Carmen (alternandosi con Ana Laguna) e Aurora. Come coach è stata recentemente invitata al College della Biennale Danza diretta da Wayne McGregor.