Viaggiatore e viandante, nel mezzo di un’estate vissuta alla riscoperta dell’entroterra ligure dove la natura abbraccia un’arte appartata e dimenticata, Pino Petruzzelli il 4 agosto si è fermato a guardare “Le luci del cielo” nel chiostro di san Matteo, nel cuore di Genova, per il Festival Lunaria.
Tra queste pietre cittadine secolari ha lasciato scorrere il torrente della sua affabulazione originale, matura ben calibrata, tra citazioni, riflessioni , pagine dei suoi autori prediletti: Mario Rigoni Stern in primissimo piano, del quale da anni custodisce e tramanda il ricordo in una società mediatica letterariamente distratta (e che merita una menzione in questa stagione che vede Genova capitale del libro), Edoardo Sanguineti, Alexandros Panagulis, Costantino Kavakis Eugenio Montale Annamaria Ortese.
Il filo conduttore è un confronto serrato tra città e campagna. Il fondatore del Teatro Ipotesi, sottolinea la necessità di un dialogo tra esigenze altrettanto forti : la salvaguardia della natura e le esigenze del progresso, trovando sempre nella poesia il superamento di ogni contraddizione. Petruzzelli non è nuovo a questi messaggi, da anni ne ha fatto la sua cifra etica e e stilistica. Ma in questo nostro presente caratterizzato sia da un disprezzo assoluto per l’ambiente, sia da un ambientalismo di maniera che spesso passa dalla parte del torto, questo recital, che meriterebbe repliche, rinnova la propria necessità. È una piccola grande lezione di teatro e di vita.