Non cerchiamo una definizione per “Kakuma” ( teatro inchiesta, teatro documento, teatro verità?): ci porterebbe fuori strada.
Lo spettacolo , rappresentato in prima nazionale al Modena di Genova-sampierdarena, scritto e diretto da Laura Sicignano, prodotto dal Teatro Nazionale di Genova dopo un’esperienza di sei mesi nel campo profughi tra Kenya e sud Sudan nel quale vivono 250mila rifugiati, è semplicemente, assolutamente teatro. Raccoglie il distillato di tante vite. Quelli chi arrivano nel “non luogo” più grande del Mondo pensando a un approdo o a un transito e vi restano per decenni e volontari che li assistono si rivolgono agli spettatori in un mix di epica e lirica che, senza voler sostitursi ai compiti della politica, dei media, della riflessione storica, di altri legittimi e necessari punti di vista, vi si affianca dimostrando una propria specifica necessità. .
Un ‘attrice Irene Serini e una danzatrice Susannah Ieme raccontano i giorni vissuti dalla narratrice in questo altrove che non si può ignorare, tra volontari che stringono il proprio impegno tra i denti, spesso , necessariamente, sotto scorta, tra giornate di violenza e speranza nelle capanne, bambini ai quali comunque si cerca di regalare una scuola e l’idea di poter vivere un domani fatto anche di lavoro: “Fishing in desert” è il sottotitolo solo apparentemente assurdo di una piccola “cooperativa” alimentare autogestita che portano avanti.
Irene Serini nel dar voce a questo diario di viaggio (dell’autrice che si conferma, come in altri suoi lavori, scrittrice penetrante, asciutta, e antiretorica), fa proprio questo vissuto con le modulazioni di una straordinaria verità artistica. I suoi gesti fluiscono, ben amalgamati anche nelle contrapposizioni, di fronte alla danza di Susannah Iheme che esprime i sentimenti, le diffidenza,le domande di popoli senza voce con un’energia che a volte può apparire disperata, mai rassegnata. Che sfondo per questa enorme città invisibile? Guido Fiorato, con la collaborazione di alcuni allievi, cerca l’astrazione e la sintesi attraverso l’iper realismo: oggetti di uso quotidiano che si potrebbero trovare in qualsiasi capanna, diventano via via elementi di attacco di difesa, di dialogo o 2praticabuili teatrali e prendono vita da un’lluminazione ben dosata. Notevole.