Leonardo Lidi si dimostra un regista dalla mano solida e dal pensiero fecondo, due aspetti di maturità espressiva che si innestano su un’età anagrafica giovanile. Poco più che trentenne Leonardo Lidi da Spettri di Ibsen a La Città Morta di Gabriele D’Annunzio, da Zoo di vetro di Tennessee Williams alla più recente Casa di Bernarda Alba di Garcia Lorca dimostra di essere un regista che sa il fatto suo, un giovane vecchio, verrebbe da dire, giovane nell’energia, vecchio ovvero maturo e carico di esperienza nel suo sguardo alla tradizione, una tradizione non polverosa, ma che è presente per necessità, per studio, per passione e amore del teatro che fa del testo un pre-testo. Nell’approcciarsi al testo Lidi raccoglie l’atteggiamento migliore della regia critica, si offre come erede di una tradizione che ebbe in Massimo Castri l’esempio fulgido di un metteur en scène capace di trovare la propria libertà d’azione nell’hortus conclusus della drammaturgia, della parola poetica. Leonardo Lidi ha questo dono di servizio e di autore che lo rende semplicemente regista.
Roma, 19 novembre 2021
Il presidente ANCT
Giulio Baffi