VOLTERRA- Il Premio ANCT 2014 consegnato in occasione di
VolterraTeatro
Da molti anni il festival VolterraTeatro, a cura di Carte Blanche e con la direzione di Armando Punzo, persegue con ostinata passione l’idea di una totale trasfigurazione dell’Istituto di Pena in Istituto di Cultura. A conferma di questa vocazione il carcere si trasformerà quest’anno in straordinario luogo di incontro per la critica teatrale italiana, che a VolterraTeatro ha scelto di riunirsi eccezionalmente per “Produrre Pensiero”, non solo per osservare e testimoniare i processi e i prodotti artistici ospitati dal Festival, ma per riflettere su se stessa, per mettere in discussione il suo ruolo proprio in relazione a quegli stessi processi e prodotti che si propone di analizzare.
Il Carcere di Volterrateatro ha ospitato la cerimonia di consegna del Premio della Critica Teatrale ANCT – Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Un riconoscimento che viene assegnato ogni anno a registi, attori, drammaturghi, festival, studiosi, creatori luci e a tutti coloro che contribuiscono a far crescere, con punte d’eccellenza, il teatro contemporaneo.
I vincitori di quest’anno sono “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante, “La società” di Musella/ Mazzarelli; il Teatro Sociale di Gualtieri (Reggio Emilia); Sara Bertelà; Cesare Accetta; Punta Corsara; Gigi Dall’Aglio; Serena Sinigaglia; Elio De Capitani; il “Premio Paolo Emilio Poesio” va invece a Paolo Graziosi, il Premio Anct-Hystrio a Filippo Dini; Il Premio Anct-Teatri delle diversità aStalker Teatro e a Mimmo Sorrentino.
Se il momento della premiazione è di per sé occasione per riflettere sullo stato del teatro, per creare sinergie, per ripensare e rinnovare il rapporto tra teatro e critica militante, esso si carica, nel contesto di VolterraTeatro, di un significato ancora ulteriore. Il dibattito sull’eccellenza contemporanea si colloca infatti proprio nel carcere in cui da venticinque anni, nel lungo tempo del vivere insieme, vengono rielaborati temi e forme espressive, intimi pensieri e testi classici, che diventano così emozionante stimolo culturale.
PREMIO DELLA CRITICA “PAOLO EMILIO POESIO” 2014
Paolo Graziosi
Motivazione
In oltre cinquant’anni di carriera fra cinema, tv e teatro, Paolo Graziosi, allievo di Andrea Camilleri e Orazio Costa al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha lavorato con molti dei più quotati registi. Sul grande schermo con Rosi, Bellocchio, Patroni Griffi, Comencini, Von Trotta, Giordana; in tv con Cottafavi, Sironi, Lizzani, Ferrara. Ma, da sempre, è il teatro il luogo privilegiato in cui far decantare la sua arte cristallina restituita in mille sfumature e declinazioni. Siano commedie o tragedie, siano autori classici o contemporanei, Graziosi sa infondere nelle sue interpretazioni la solidità di un mestiere in meraviglioso equilibrio fra tradizione e innovazione. La sua voce, i suoi gesti, i suoi sguardi, lontani dall’ovvietà, riescono sempre a sorprendere e spiazzare, donando ai personaggi risvolti inaspettati, delicate nuances, efficaci sospensioni, fraseggi spezzati, folgoranti trasalimenti che sanno “prendere” il pubblico. E’ troppo lunga per essere interamente citata la teoria delle straordinarie collaborazioni che Graziosi ha avuto nel corso della sua lunga carriera con i grandi maestri della scena, fin da quando esordì, giovane ma già agguerrito Mercuzio nel Romeo e Giulietta di Zeffirelli. Basterà qui ricordare, in un repertorio che ha attraversato quasi tutta la letteratura teatrale, le prime prove con De Bosio, i lavori con Enriquez, Trionfo, Eduardo, Ronconi, Missiroli e Servillo, il lungo e proficuo sodalizio con Carlo Cecchi (da Petito a Pinter a Pirandello), la preziosa avventura francese alla corte di Roger Planchon, fino alle prove da regista-interprete per l’amato Beckett, e all’incontro con Peter Stein, con il quale si appresta a vivere un’avventura di ben quattro anni, in residenza stabile, al Teatro di Roma, reduce dalla meravigliosa interpretazione dell’ipocrita, odioso padre di famiglia nel Ritorno a casa di Pinter in cui si è di nuovo calato a distanza di oltre trent’anni dalla storica edizione di Cecchi. Attore curioso, sempre pronto, con rinnovato slancio, a mettersi in discussione e a sperimentare nuove strade (è di una decina di giorni fa il debutto a Spoleto in Approdo di ponente di Koltés diretto da Magelli), Paolo Graziosi è una preziosissima risorsa della scena italiana. Per l’ANCT, oggi, un’imperdibile occasione per premiarlo nel nome di un acuto osservatore del teatro quale fu Paolo Emilio Poesio.
Premio ANCT 2014
“Le sorelle Macaluso” di Emma Dante
Motivazione
Emma Dante rappresenta ormai da anni un punto fermo per il nostro teatro. La forza tragica e poetica del suo linguaggio è andata delineandosi negli anni in spettacoli memorabili e giustamente amati da pubblico e critica. Già premiata dall’ANCT la scrittura scenica della sua Medea, oggi tocca a Le sorelle Macaluso, spettacolo che, dopo il debutto a Napoli e una felice serie di repliche nei maggiori teatri italiani (compreso il Biondo di Palermo, di cui Emma è oggi artista residente) ha iniziato una tournée internazionale. E’ sempre interessante vedere come il mondo poetico di un artista possa dispiegarsi, aprirsi a nuovi territori di forma e senso, appropriarsene e, pur restando fedele a se stesso, accogliere nella sua trama nuove istanze e suggestioni. Le sorelle Macaluso appare notevolissimo proprio per questo: perché pur restando totalmente nel solco magmatico della poetica e del linguaggio di questa regista, sa essere sorprendente e fecondo, solcato com’è da elementi di novità che non mancheranno di suscitare altre meraviglie. Apparentemente Emma Dante è tornata sui suoi passi: resta infatti attivo tutto il grumo nero del suo immaginario, ma è un grumo incandescente che ha imparato a riconoscere e maneggiare, segno di una straordinaria maturazione artistica, segno di un equilibrio nuovo che le consente di osservare il male e il dolore del mondo e capirli, compatirli, comunicarli, senza lasciare che essi s’impadroniscano della vita, la spengano, la zittiscano.
Premio ANCT 2014
Motivazione
È un felice connubio di fascino e bravura, Sara Bertelà, artista versatile, capace di incarnare sulla scena e anche sullo schermo, sia cinematografico che televisivo, la molteplicità della natura femminile, e di spaziare dal tragico al comico con pari efficacia e credibilità. Sulla solida preparazione acquisita alla scuola del Teatro Stabile di Genova ha costruito la sua personalità di attrice sotto la guida di registi come Gianfranco De Bosio, Benno Besson, Massimo Castri, Marco Sciaccaluga, abbracciando un repertorio variegato e multiforme, che va dal classico, tragedia greca compresa, alla drammaturgia contemporanea. In tempi recenti ha così impersonato Andromaca, vedova eroica e mater dolorosa, nelle Troiane di Euripide dirette da Marco Bernardi e antifrasticamente la moglie in crisi di Exit di Fausto Paravidino, icona del malessere all’interno di una coppia moderna.
Giocando in maniera disinvolta e seduttiva sul suo fascino femminile è stata la maliziosa Henriette dell’affresco amoroso disegnato da Luca De Fusco in Lei. Cinque storie per Casanova, e l’elegante e malinconica Anna ne Il ritorno di Carlotta Clerici sotto la guida di Bernardi. Profili di donne diversi tra loro che concorrono a dare verità e spessore al recente ritratto di Deborah in Una specie di Alaska di Harold Pinter con la regia di Valerio Binasco: un ruolo difficile, costruito per sottrazione e con ferreo controllo del gesto e della voce, una vicenda umana commovente affrontata con vibrante misura, lontana da tentazioni retoriche e da accattivanti artifici attoriali.
Premio ANCT 2014
Gigi Dall’Aglio
Motivazione
Attore e regista, tra i fondatori della Compagnia del Collettivo/Fondazione Teatro Due di Parma, grande maestro di teatro, molte le sue regie anche all’estero, figura colta, capace di lasciar filtrare la contemporaneità del pensiero e della visione estetica anche attraverso i testi classici e di essere stimolo fondamentale di creatività e di coesione in quelle che risultano essere “regie collettive” (come Le rane e Le nuvole di Aristofane) Gigi Dall’Aglio è qui premiato in particolare per l’alta qualità dei suoi numerosi lavori visti di recente. Volendo citare fra questi – malgrado gli oltre trent’anni di repertorio – anche L’istruttoria di Peter Weiss, uno spettacolo che conserva intatta la sua emozionante energia.
Di pochi mesi fa il debutto del lucido, coinvolgente Himmelweg di Juan Mayorga, con cui Dall’Aglio ha instaurato un profondo legame di reciproca stima: un prezioso, fruttuoso dialogo tra drammaturgo e regista oltre i confini nazionali immaginando già nuove collaborazioni. Ma Gigi Dall’Aglio sa guidare gli attori anche affrontando le più complesse articolazioni della nostra lingua, in Friuli per esempio, o mettendo in scena, con esiti di straordinaria potenza (magnifica Arianna Scommegna) , anche opere testoriane quali Cleopatràs e Mater strangosciàs. Ricordando inoltre qui – segno ancora dell’alta flessibilità ideativa di Dall’Aglio – Non si uccidono così anche i cavalli?, riuscendo questo regista di valore a dirigere in modo superbo, un bel ritmo d’insieme, una vasta compagnia di attori e danzatori (il Balletto Civile), con oltre venti interpreti in scena.
Compagnia Punta Corsara
Motivazione
La tenacia, l’entusiasmo, l’allegria, l’energia, l’ostinata passione per il teatro, momento di incontro intellettuale e sociale. Sono questi i segni cardine del lavoro di Punta Corsara, gruppo che ha cercato alimento in territori clandestini, che ha saputo trovare il suo spazio costruendolo con pazienza nel tempo, e senza mai rinunciare alla propria vocazione. Nati sette anni orsono nel difficile quartiere Scampia della città di Napoli, sotto la guida attenta di Marco Martinelli, i ragazzi di Punta Corsara hanno costruito con pazienza laboriosa la loro giovane Compagnia, oggi guidata da Emanuele Valenti e Marina Dammacco. A loro si aggiungono in una proficua fusione intellettuale numerosi altri giovani attori, organizzatori, tecnici, che hanno saputo costruire spettacoli belli in cui, senza rinunciare ad un forte legame con la tradizione del teatro napoletano, si spingono in un costante confronto con il teatro europeo, misurandosi con le infinite possibilità di una fantasia sapiente con cui hanno voluto rileggere le commedie di autori come Antonio Petito, Aleksandr Blok, Molière, Shakespeare, Viviani. Un linguaggio ed una ricerca che nel loro più recente Hamlet travestie, presentato al festival Primavera dei Teatri di Castrovillari, ha dato agli spettatori la misura di quanto sia stato importante il lungo tempo del loro studio e l’allegria del loro rincorrersi, emozionato, nella temperatura di una Napoli contemporanea piena di contrasti e rumorose irruzioni, in divertita e divertente invenzione di teatro popolare.
Cesare Accetta
Motivazione
L’occhio attento che guarda lontano individua le forme nascoste, il chiarore negato, il pensiero dell’autore ed il gesto dell’attore, l’angoscia e la felicità, la voce che si esalta inseguendo il segno del corpo che disegna lo spazio. Da sempre nel suo lavoro Cesare Accetta guarda il teatro, il cinema, la televisione concedendosi inconsueti sussulti. Fotografo di scena in anni lontani, attento al lavoro di artisti che cercavano spazi nuovi e dimensioni diverse per i loro spettacoli, ne ha fissato in memorabili percorsi i corpi e gli sguardi, sperimentando tecniche non abituali, dando spazio alle ombre e ai silenzi, ai gesti fermati alle grida e ai sussurri, alle parole in movimento. Il cinema gli è stato nutrimento e territorio di creazione. Inquieto e curioso, Accetta fissa il tempo del suo studio nelle infinite possibilità della luce che definisce lo spazio d’attore. Il suo lavoro di light designer offre ai registi, agli attori, al pubblico, il risultato delle sue intuizioni preziose, del suo ascolto attento, del suo studio appassionato, moltiplicando in suggestive architetture del palcoscenico le tensioni della drammaturgia e le parole, dette e non dette, dei personaggi.
Associazione Teatro Sociale Gualtieri
Motivazione
Un’avventura culturale straordinaria, di tanti. Un impegno collettivo fatto di tenacia, intelligenza, studio, consapevolezza. Bisogna andare sul sito del Teatro Sociale di Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, per conoscere la storia secolare di Palazzo Bentivoglio, la realizzazione del teatro, 1775, fra degradi, incendi, alluvioni… Inizia nel 1905 la ristrutturazione e l’ampliamento con il fondamentale contributo della Società Teatrale: seguiranno ricche stagioni, specie d’opera, divenendo anche fulcro dell’attività cinematografica, che alla fine prevarrà sul teatro. Nel 1979 la chiusura per seri problemi strutturali. Uno spazio destinato ad essere dimenticato? Nel 2005 un gruppo di ragazzi “alla soglia dei vent’anni” visiterà quel luogo magico: una vera folgorazione. E inizieranno i lavori: un’attività faticosa ma insieme entusiasmante, da parte di molti. Un’occupazione clandestina con il tacito consenso dell’Amministrazione comunale. “Si lavora anche di notte, si fanno prove, si scrive e soprattutto si discute della riapertura del teatro”. Con la certezza che si deve conservare – come per il Théȃtre des Bouffes du Nord di Peter Brook – quel carattere di non-finito che regala meravigliosa flessibilità all’uso: indispensabile per le esperienze della scena contemporanea. Una corsa contro il tempo. Ma “il 6 dicembre 2009 il Teatro Sociale di Gualtieri riapre i battenti con una mostra fotografica e un concerto. La rassegna estiva porta in teatro quasi venti appuntamenti con artisti di livello internazionale. Il sogno si è realizzato”. Ma ci saranno nuovi ostacoli. E il terremoto. Nuova chiusura – e riapertura! Ora questo “teatro rovesciato” può essere usato anche con il pubblico seduto dove una volta c’era il palcoscenico. Stagioni di suprema cura, di grande valore. E il progetto pluriennale su Ligabue con Mario Perrotta vince subito i premi più prestigiosi. Ora l’invito è proprio di andare a Gualtieri: magnifico questo teatro e le persone che gli danno anima.
“La Società” di Musella/Mazzarelli
Motivazione
Delle giovani ditte teatrali, quella di Musella-Mazzarelli – i nomi in ordine eufonico – si è fatta conoscere per capacità di avocare a sé l’intero processo produttivo di uno spettacolo, dall’ideazione della storia al testo finale, dalle scelte di regia alla realizzazione di scene e luci. Lo ha dimostrato con maturità ne La società, tre atti che sembrano sfidare ognuno la trama del precedente, ben costruiti, resi con ritmo. Teatro tradizionale nei modi, ma contemporaneo nei temi (escalation sociale, potere, legami labili), ha scrittura diretta e spietata, spesso divertita, simile alla nuova drammaturgia inglese e tedesca, in perfetto equilibrio fra registro tragico e comico, terreno in cui i migliori ideali dell’uomo si sbriciolano inesorabilmente. Animata da Paolo Mazzarelli e Lno Musella – milanese l’uno, napoletano l’altro, formatisi alla Scuola “Paolo Grassi” di Milano, divenuti per serrata esperienza attori e registi – la compagnia ha dato vita dal 2009 agli spettacoli Due cani – ovvero la tragica farsa di Sacco e Vanzetti, Figlidiunbruttodio (Premio in-Box 2010), Crack machine (2011) e infine, La società – Tre atti di umana commedia, spettacolo di rara fattura, che sembra pienamente confermare una battuta dello stesso Mazzarelli: “Il teatro mi serve per restare vivo”.
Premio ANCT 2014
Serena Sinigaglia
Motivazione
Regista talentuosa, agguerrita direttrice artistica del Teatro Ringhiera, vivacissimo avamposto culturale in un quartiere “difficile” della periferia sud di Milano, impegnata nel sociale con progetti sul territorio per giovani, anziani e diversamente abili, Serena Sinigaglia, classe 1973, è una preziosa anomalia della scena italiana per la capacità di intrecciare diverse corde del “fare teatro” sempre mettendole al servizio della comunità. Fondatrice nel 1996, con alcuni compagni di corso della Scuola “Paolo Grassi” di Milano, della compagnia ATIR, subito si fa notare per un Romeo e Giulietta di dirompente vitalità e poesia. Con l’ATIR realizza buona parte delle sue regie, sempre all’insegna di un “teatro popolare di qualità”, che oscilla tra l’amore per i grandi classici del passato e l’imperativo morale e civile di raccontare il presente. Di Euripide, Aristofane e Shakespeare, spogliati accademismi e intellettualismi, riesce a mettere in evidenza utopie e assoluti che si riverberano fino all’oggi. Nei testi contemporanei recupera le radici di quelle utopie (la trilogia Incontri con epoche straordinarie), ma anche il disincanto che le percorre, dalla Cimice di Majakovskij a La bellezza e l’inferno di Saviano, passando per la Gordimer, Paravidino e tanti altri. In parallelo frequenta con crescente successo anche la regia lirica, che la fa approdare, negli ultimi due anni, allo Sferisterio di Macerata con Carmen e alla Fenice di Venezia con Tosca. A Serena Sinigaglia, coraggiosa eccellenza “trasversale” del teatro italiano, un più che meritato Premio della Critica.
PREMIO ANCT – “HYSTRIO” 2014
Filippo Dini
Motivazione
Riservato, lontano da divismi, mai sopra le righe, capace di assumersi ruoli mattatoriali così come ruoli minori fedele al motto stanislavskijano secondo cui «non esistono piccole parti ma solo piccoli attori». Filippo Dini ha alle spalle una carriera ormai quasi ventennale, costruita mattone per mattone con passione e tenacia, senza prendere scorciatoie, abbinando una presenza scenica carismatica a una sensibilità interpretativa dalle mille sfaccettature. L’abbiamo visto crescere, dagli anni di formazione alla Scuola del Teatro Stabile di Genova alla fondazione della Compagnia Gloriababbi Teatro, con alcuni compagni di corso, come Fausto Paravidino e Giampiero Rappa, con cui manterrà un fecondo legame professionale. Un po’ interprete un po’ regista con il primo (Gabriele, Trinciapollo, La malattia della famiglia M, 2 fratelli, Genova 01), solo attore per il secondo (Zenit, Il riscatto, Mr. Placebo, Sogno d’amore, Prenditi cura di me), Dini, fin dagli esordi, ha coraggiosamente legato il suo talento alla drammaturgia contemporanea, senza per altro trascurare i classici, Shakespeare, Cechov e Molière in testa. Non ha esitato a misurarsi nei diversi generi, passando dalla commedia al dramma e al teatro di impegno civile, aggiungendo ogni volta un prezioso tassello nella memoria di chi ha avuto la fortuna di vederlo in scena. Dopo esperienze importanti con Carlo Cecchi, Giorgio Barberio Corsetti e Valerio Binasco, si è rivelato al grande pubblico, durante l’ultima stagione, con la toccante, difficilissima e straordinaria prova d’attore nel ruolo di Giorgio VI d’Inghilterra ne Il discorso del re di David Seidler. Con la certezza di altri anni di successi in progress, a Filippo Dini assegniamo con orgoglio il Premio Hystrio-Anct 2014. Il gemellaggio tra l’Anct e la rivista Hystrio, che ha dato vita al Premio Hystrio-Anct, ha avuto inizio nel 2006. Il premio, assegnato dalla direzione, dalla redazione e dai collaboratori fissi della rivista Hystrio, non va a segnalare un singolo episodio, performance o spettacolo, bensì vuole mettere in evidenza un percorso artistico maturato negli anni.
per il Premio Hystrio-Anct Claudia Cannella
PREMIO ANCT – TEATRI DELLE DIVERSITA’ 2014
Stalker Teatro
Motivazione
Stalker Teatro ha inaugurato il suo percorso di ricerca nel 1975 a Torino negli anni dell’Animazione Teatrale, iniziando, nell’80 nell’ex Manicomio di Collegno, a sperimentare le potenzialità del linguaggio artistico in contesti marginali. La Compagnia, diretta da Gabriele Boccacini, affiancato sin dall’inizio da Adriana Rinaldi e da altri artisti che hanno dato vita al gruppo Stalker – sostenendolo per tanti anni fino ad oggi -, sviluppa la propria ricerca nel rapporto fra il teatro e le arti visive, producendo spettacoli, performance, eventi di teatro ambientale a percorso, che spesso prevedono il coinvolgimento diretto degli spettatori. Un teatro concettualmente epico e corale. Il 17 dicembre 2013 alle Officine Caos di Torino è andata in scena Gli Ulissidi (dall’Odissea, testo chiave nella poetica della Compagnia), performance ri-creata con il coinvolgimento di persone con disagio psichico e loro accompagnatori, studenti del DAMS, abitanti del quartiere delle Vallette. Con le parole di Ruggero Bianchi: ”Un racconto del perenne viaggiare del navigante/esploratore nell’altrove ma insieme nel qui ed ora di un’antica eppur contemporanea tradizione di teatro di racconto (agito/vissuto/narrato, non interpretato/declamato/recitato)… Il lavoro di Stalker Teatro, operando attivamente da sempre sul campo, agisce da sommesso antesignano e coriaceo apripista di un teatro ‘novissimo’, ancora largamente sotterraneo ma ormai diffuso capillarmente, che potrebbe esplodere tra breve in ogni angolo di mondo”.
Mimmo Sorrentino
Motivazione
Il drammaturgo e regista Mimmo Sorrentino ha coinvolto negli ultimi vent’anni attori, studenti, disabili, tossicodipendenti in recupero, alcolisti, anziani, extracomunitari, abitanti delle periferie del Nord Italia, Rom, detenuti, vigili del fuoco, commercianti ambulanti, medici, pendolari, malati terminali. Il suo lavoro, apprezzato anche in Francia, raggiunge nel 2013 il pubblico di Radio Tre, emittente che lo invita a curare, con il suo Teatro Partecipato, una rubrica per il programma “Piazza Verdi”. Con la cooperativa “Teatroincontro” la sua ricerca muove da istanze sociali, civili, filosofiche. Non a caso, da autodidatta, Sorrentino riconosce come suoi Maestri Norberto Bobbio, Danilo Dolci e Italo Mancini con il quale si è formato ad Urbino, laureandosi in scienze politiche. “Scrivete una preghiera. Ma non il Padre nostro. Voglio una vostra preghiera. Personale” chiede, da non credente, ai detenuti della Casa circondariale Piccolini di Vigevano per lo spettacolo Terra e acqua con loro rappresentato il 29 maggio 2013 nella chiesa di San Pietro Martire. E il carcere si trasforma in “luogo dell’anima”. Il lavoro, riallestito, è stato presentato al Teatro Elfo Puccini di Milano il 13 febbraio 2014 con il coinvolgimento degli attori detenuti e di diversi cittadini di Vigevano. Ancora una volta Sorrentino “ha saputo – nell’ascolto di sé – percepire contemporaneamente gli altri in un processo empatico che rende condivisibili le esperienze in forma radicale”.
PREMIO ANCT-TEATRI DELLE DVERSITA’ (quinta edizione)
Il Premio ANCT-Teatri delle diversità, frutto della collaborazione tra l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e la Rivista Europea “Catarsi-teatri delle diversità” è giunto il 23 luglio 2014 a Volterra alla sua quinta edizione.
“Catarsi – Teatri delle diversità”
Il direttore Vito Minoia
23 luglio 2014
Il presidente ANCT Giulio Baffi
Il Premio ANCT 2014 a Elio De Capitani sarà consegnato a Milano in occasione della riapertura della stagione teatrale dell’Elfo Puccini